Benedetto Coccia
L’integrazione europea letta dal dissenso cecoslovacco
Il saggio esamina l’Europa non solo come entità geografica, ma come concetto culturale e storico. Analizza come le condizioni geopolitiche del 1957 abbiano influenzato la nascita dell’Unione Europea, inizialmente limitata all’Occidente a causa della “cortina di ferro”. Attraverso il punto di vista del dissenso cecoslovacco, in particolare l’esperienza di Charta 77 e la figura di Jan Patočka, si esplora la percezione dell’integrazione europea oltre il muro di Berlino e come le violazioni dei diritti umani abbiano stimolato una riflessione sull’identità europea.
L’imprenditoria romena in Veneto fattore di stabilizzazione
L’articolo di Benedetto Coccia evidenzia il ruolo crescente dell’imprenditoria romena in Veneto come fattore di stabilizzazione economica. Nel 2020, in Italia si contavano 52.000 titolari d’impresa nati in Romania, prevalentemente nel settore delle costruzioni. In Veneto, sono presenti 4.405 imprese con titolari romeni, concentrate soprattutto nella provincia di Verona. Questa dinamica è influenzata dalla familiarità con il modello delle piccole e medie imprese italiane, conosciuto in patria grazie alle delocalizzazioni. I lavoratori romeni contribuiscono significativamente al PIL italiano e inviano importanti rimesse in Romania. Tuttavia, dal Veneto le rimesse sono inferiori alla media nazionale, indicando una maggiore integrazione e stabilizzazione delle famiglie romene nella regione.
La comunità romena in Veneto
I dati evidenziano un processo inarrestabile di integrazione dei romeni in Italia, nonostante precarietà lavorative e rischi di discriminazione, simile a quello vissuto dagli albanesi negli anni ’90. La migrazione, basata sulle famiglie, ha portato molti a sentirsi pienamente accettati, specialmente i giovani che abbracciano una doppia identità culturale. La pandemia da Coronavirus ha causato temporanei ritorni in patria per alcuni lavoratori precari, ma la maggioranza ha mantenuto una relativa stabilità lavorativa in Italia, affrontando le sfide economiche e ricorrendo ai risparmi.
La presenza romena nel mondo del lavoro in Veneto
La comunità romena è la più numerosa tra gli stranieri in Veneto, contando 126.497 residenti al 31 dicembre 2020, pari al 24,8% del totale degli stranieri nella regione. Questo legame tra Romania e Veneto ha radici storiche, poiché tra la fine dell’Ottocento e la Seconda Guerra Mondiale molti veneti emigrarono in Romania, rappresentando il 10-15% degli emigranti veneti dell’epoca. Oggi, le province di Verona e Padova ospitano la metà dei residenti romeni in Veneto. La stabilizzazione della comunità è evidenziata dall’equilibrio di genere e dall’alto numero di studenti romeni nelle scuole locali, indicando un avanzato processo di integrazione e ricongiungimento familiare.
La presenza romena in Veneto
La comunità romena è la più numerosa tra gli stranieri in Veneto, contando 126.497 residenti al 31 dicembre 2020, pari al 24,8% del totale degli stranieri nella regione. Questo legame tra Romania e Veneto ha radici storiche, poiché tra la fine dell’Ottocento e la Seconda Guerra Mondiale molti veneti emigrarono in Romania, rappresentando il 10-15% degli emigranti veneti dell’epoca. Oggi, le province di Verona e Padova ospitano la metà dei residenti romeni in Veneto. La stabilizzazione della comunità è evidenziata dall’equilibrio di genere e dall’alto numero di studenti romeni nelle scuole locali, indicando un avanzato processo di integrazione e ricongiungimento familiare.
Il governo dei migliori?
L’articolo riflette sull’inadeguatezza delle attuali classi dirigenti, evidenziando come spesso i governanti siano inferiori rispetto alla popolazione che rappresentano. Si interroga su come conciliare il principio democratico della rappresentanza con la necessità di avere leader di alta qualità umana, civile e morale, oltre che competenti.
Bruxelles come nonluogo?
L’articolo analizza la crisi attuale dell’Unione Europea, attribuendola al declino dei meccanismi tradizionali di formazione delle classi dirigenti e alla loro sostituzione con poteri economici e finanziari. Le istituzioni europee sono sempre più influenzate da lobby e think-tank al servizio del capitale finanziario globale, mentre i partiti politici e gli altri corpi intermedi perdono rilevanza. Questa situazione crea una disconnessione tra i cittadini e i loro rappresentanti, sollevando interrogativi sulla capacità dell’UE di affrontare le sfide future governata da gruppi di pressione piuttosto che dalla volontà popolare.
La noncomunità e la nascita di un movimento politico
L’articolo analizza come, con il declino delle tradizionali forme di aggregazione e formazione delle classi dirigenti politiche, emergano nuovi spazi per la creazione di una nuova classe politica. Attraverso lo studio dell’affermazione del Movimento 5 Stelle e il concetto di “nonluogo” introdotto da Marc Augé, si evidenzia come piattaforme online come Meetup abbiano permesso di superare l’isolamento sociale. Questi “nonluoghi” digitali hanno facilitato la formazione di “non comunità” che si sono trasformate in movimenti politici, bypassando i canali tradizionali e la tipica gavetta politica.
I non luoghi della politica
L’articolo analizza le trasformazioni dei partiti politici nel corso del Novecento, focalizzandosi sul cambiamento della funzione di selezione del ceto politico. Da un lato, esamina il ruolo crescente dei think-tank e delle lobby, ormai indipendenti dai partiti ma capaci di influenzarne l’azione. Dall’altro, affronta il fenomeno delle primarie che, in nome dell’iperdemocrazia, riducono l’autonomia dei partiti nella selezione dei dirigenti. Queste dinamiche hanno portato a conseguenze come l’ascesa del Movimento 5 Stelle in Italia, interpretato attraverso il concetto di “nonluogo” di Marc Augé, evidenziando come strumenti come i Meetup abbiano contribuito alla formazione di una nuova classe politica.
Le trasformazioni dei partiti politici tra think-tank, lobby e primarie.
L’articolo analizza come le trasformazioni dei partiti politici nel corso del Novecento abbiano modificato la loro funzione fondamentale di selezionare la classe dirigente. Esamina il ruolo crescente dei think-tank e delle lobby, che influenzano dall’alto le decisioni politiche, e delle primarie, che apparentemente dal basso riducono l’autonomia dei partiti nella scelta dei propri leader. Utilizzando il concetto di “nonluogo” di Marc Augé, si riflette su questi nuovi spazi di formazione e selezione delle élite politiche nel contesto della globalizzazione.









