modello produttivo statico
Un nuovo paradigma per le politiche del lavoro
L’articolo analizza come la flessibilità imposta dalle politiche del lavoro abbia effetti negativi sui lavoratori italiani, portando spesso a situazioni di precariato, sfruttamento e lavoro sommerso. In un contesto produttivo statico e gestito da una classe dirigente poco innovativa, la flessibilità si traduce in instabilità anziché in opportunità. L’articolo sottolinea l’importanza di studiare le dinamiche socio-psicologiche che caratterizzano il lavoratore contemporaneo e suggerisce la necessità di una nuova politica del lavoro che ponga al centro il lavoratore e la sua valorizzazione. Viene inoltre evidenziata l’importanza di una formazione adeguata e continua, non solo per ottenere un titolo, ma per permettere ai lavoratori di ricollocarsi nel mercato. Il lavoro, infatti, non è solo una questione economica, ma anche un mezzo di realizzazione personale e sociale.