sabato, Ottobre 4 2025
Un campo Rom nella periferia di Roma negli anni Settanta, con famiglie in abiti semplici e poliziotti impegnati in uno sgombero, con la skyline della città sullo sfondo.

Gli zingari a Roma tra gli anni Settanta e Novanta

Benedetto Coccia

Il testo analizza la condizione degli zingari a Roma tra gli anni Settanta e Novanta, evidenziando come l’attenzione dell’associazionismo e della Chiesa non abbia impedito episodi di intolleranza e sgomberi forzati. Le politiche messe in atto dall’amministrazione locale e dalle Forze dell’ordine erano spesso mirate all’ordine pubblico, senza affrontare la questione da un punto di vista sociale. L’arrivo di nuovi immigrati di origine rom dopo la dissoluzione della ex Jugoslavia complicò ulteriormente la situazione, rendendo il dibattito politico più teso e generando interventi frammentari, contraddittori e privi di una visione strategica a lungo termine.

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Romani in una baraccopoli ai margini di Roma, con una luce di speranza che evidenzia integrazione ed educazione, sullo sfondo elementi urbani italiani.

Il tentativo di integrazione degli zingari a Roma in epoca contemporanea

Benedetto Coccia

Nel secondo dopoguerra gli zingari a Roma vivono una condizione di profonda emarginazione, sia abitativa che amministrativa, subendo il rifiuto dell’iscrizione anagrafica e l’esclusione dai servizi sanitari, dall’alloggio e dal lavoro. Contemporaneamente in Europa si diffonde una nuova consapevolezza dei diritti della persona e delle minoranze. Questo clima porta alla nascita dell’Opera Nomadi, che si occupa di tutela dei diritti degli zingari, e a riflessioni sull’istruzione, l’educazione sanitaria e l’integrazione nel tessuto sociale delle popolazioni nomadi. Tuttavia, resistono ostacoli burocratici, diffidenza nelle scuole e la percezione degli zingari come problema di ordine pubblico.

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