lunedì, Ottobre 27 2025
Studioso ottocentesco italiano che analizza i testi sugli zingari, con in primo piano una rappresentazione vivida di individui Rom intorno a un falò.

Le prime definizioni “scientifiche” degli zingari

Benedetto Coccia

Tra il Settecento e l’Ottocento nasce una nuova prospettiva di studio sulle popolazioni zingare, definita in seguito come “zingarologia” o “ziganologia”. L’etnologia, intesa inizialmente come storia del progresso civile dei popoli, diventa un campo interessato alla comprensione delle origini, della lingua e delle caratteristiche morali e fisiche degli zingari. I primi trattati e dizionari – tra cui l’opera di Francesco Predari del 1841 e le definizioni presentate dall’Encyclopèdie di Diderot e d’Alembert e dal Vocabolario degli Accademici della Crusca (1738) – mostrano percezioni contraddittorie, spesso negative, incentrate sulle presunte pratiche magiche e divinatorie di queste popolazioni. Soltanto con il “Vocabolario universale della lingua italiana” di Francesco Trinchera del 1859 si assiste a uno scostamento rispetto alle precedenti definizioni, fornendo una visione meno gravata dai pregiudizi religiosi e morali.

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Un libro antico con iscrizioni dorate circondato da pagine fluttuanti con simboli Romani, come tessuti colorati e una ruota di carro, contro uno sfondo crepuscolare italiano.

Le popolazioni gitane alla luce degli studi di “ziganologia” dell’Ottocento

Benedetto Coccia

L’articolo ripercorre le politiche di assimilazione forzata messe in atto dalla Chiesa verso le popolazioni zingare tra XVI e XVII secolo, evidenziando come queste abbiano portato all’elaborazione di studi specifici su tali comunità. Nel Settecento e nell’Ottocento, con la nascita della “ziganologia”, si sviluppano ricerche etnologiche e linguistiche che ne svelano l’origine indiana e ne analizzano costumi, lingua e tradizioni, superando gli stereotipi precedenti.

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