sabato, Ottobre 4 2025
Illustrazione storica di una famiglia rom in Italia del XVII secolo, circondata da figure religiose e ufficiali, con uno sfondo minimalista che richiama un paesaggio urbano rinascimentale italiano.

Dal rifiuto all’assimilazione forzata: gli zingari in Italia nel 1600.

Benedetto Coccia

Nel contesto dell’Italia del XVI e XVII secolo, le politiche nei confronti degli zingari mutarono radicalmente: dalle rigide disposizioni emesse da Papa Pio V nel 1566, che imponevano il divieto assoluto di ingresso e soggiorno e severe pene corporali, si passò gradualmente a una strategia di assimilazione forzata. Quest’ultima, sancita in modo definitivo dall’editto del 1631 del Cardinale Francesco Barberini, mirava a integrare gli zingari nella società cristiana, incoraggiandone l’abbandono dei costumi nomadi e l’assunzione di un “bene vivere” conforme ai dettami religiosi e sociali del tempo.

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Una donna rom con abiti tradizionali gitani, caratterizzati da motivi vivaci, una gonna fluente e uno scialle, al centro di una scena che rappresenta il cambiamento degli atteggiamenti verso i Rom in Italia. Sullo sfondo, una città medievale accogliente si contrappone a figure oppressive con simboli papali.

Gli zingari in Italia: dalla benevola accoglienza alla dura repressione

Benedetto Coccia

Nel XV secolo gli zingari giunsero in Italia presentandosi come pellegrini sedentari costretti a vagabondare. Inizialmente accolti con benevolenza, suscitarono progressivamente sospetti a causa di frodi, abusi e pratiche magiche, tanto che le autorità civili ed ecclesiastiche introdussero provvedimenti sempre più severi. Dal Legato pontificio a Bologna fino al Governatore di Roma nel 1552, la percezione della presenza zingara passò da ospitalità caritatevole a sorveglianza e repressione, sancendo il legame tra nomadismo e delinquenza.

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