sabato, Ottobre 4 2025
Una donna rom con abiti tradizionali gitani, caratterizzati da motivi vivaci, una gonna fluente e uno scialle, al centro di una scena che rappresenta il cambiamento degli atteggiamenti verso i Rom in Italia. Sullo sfondo, una città medievale accogliente si contrappone a figure oppressive con simboli papali.

Gli zingari in Italia: dalla benevola accoglienza alla dura repressione

Benedetto Coccia

Nel XV secolo gli zingari giunsero in Italia presentandosi come pellegrini sedentari costretti a vagabondare. Inizialmente accolti con benevolenza, suscitarono progressivamente sospetti a causa di frodi, abusi e pratiche magiche, tanto che le autorità civili ed ecclesiastiche introdussero provvedimenti sempre più severi. Dal Legato pontificio a Bologna fino al Governatore di Roma nel 1552, la percezione della presenza zingara passò da ospitalità caritatevole a sorveglianza e repressione, sancendo il legame tra nomadismo e delinquenza.

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Illustrazione minimalista con due mani di tonalità di pelle diverse che si stringono in segno di solidarietà, circondate da motivi astratti colorati che rappresentano la diversità culturale in Italia, su uno sfondo neutro.

Le prime tracce della presenza degli zingari in Italia

Benedetto Coccia

L’articolo esamina la presenza degli zingari in Italia a partire dai primi decenni del Quattrocento, identificando tre fasi storiche: iniziale benevolenza e comprensione da parte delle autorità civili ed ecclesiastiche, una successiva reazione repressiva fino all’inizio del Seicento, e infine nel XVII secolo un tentativo di assimilazione forzata. La prima apparizione degli zingari avvenne nello Stato della Chiesa, dove si presentavano come pellegrini penitenziali diretti a Roma, muniti di presunti salvacondotti reali e papali.

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