sabato, Ottobre 4 2025
Facciata del Palazzo Parlante di Gino Coppedè a Roma con la scritta "Roma lenta" sopra le finestre, accanto a una fermata della metropolitana.

“ROMA LENTA QUIA AETERNA”

Benedetto Coccia

Il testo descrive la particolarità del cosiddetto “Palazzo Parlante” di Gino Coppedè, situato all’inizio di Via Vittorio Veneto nei pressi di Piazza Barberini. Questo edificio presenta numerose iscrizioni sulle facciate, fra cui l’emblematica frase “ROMA LENTA QUIA AETERNA”, che sottolinea come la proverbiale lentezza di Roma sia dovuta non all’indolenza dei suoi abitanti, bensì alla sua natura di città eterna. L’autore evidenzia la dimensione temporale peculiare dell’Urbe, in cui nulla è davvero urgente, poiché tutto è immerso in un’ottica di eternità.

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Sposi a Roma, come catturare l’Amore Eterno

Gian Luca Pallai

L’articolo racconta un servizio fotografico a una coppia di sposi, Irene e Giuliano, in giro per Roma, che simboleggia l’eternità dell’amore. Gli scatti, eseguiti davanti al Pantheon, mostrano gli sposi immobili mentre tutto attorno si muove, a rappresentare l’amore come costante immutabile nel caos della vita. Vengono spiegate le impostazioni tecniche della fotocamera utilizzate per ottenere l’effetto.

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UN CAMPIONE FUORI DAL COMUNE

Gabriele Pallai

La maratona di Roma è uno degli eventi sportivi più importante della capitale. Qui si possono incontrare migliaia di persone […]

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Rappresentazione storica della sedentarizzazione degli zingari a Roma nel XVI secolo, con accampamenti e abitazioni vicino all'Acquedotto Felice e Porta Portese, mescolando tradizione e urbanizzazione.

La sedentarizzazione degli zingari a Roma

Benedetto Coccia

L’articolo di Benedetto Coccia analizza la progressiva sedentarizzazione degli zingari a Roma, evidenziando come, a differenza degli ebrei costretti nel Ghetto, la loro presenza in città si sia consolidata in maniera spontanea già dal XVI secolo nella zona dell’attuale via degli Zingari. Con la crescita urbana seguita alla presa di Roma (1870), sorsero insediamenti precari di baracche dove gli zingari trovarono rifugio dopo esser stati costretti a spostarsi per i cambiamenti urbanistici. Il saggio antropologico di Adriano Colucci del 1889 offre un’immagine più articolata e comprensiva della cultura zingara, in contrasto con le precedenti visioni stereotipate.

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Un'immagine storica che ritrae il Rione Monti di Roma nel XVII secolo, con vie acciottolate, facciate barocche e una mescolanza di persone, incluse famiglie Rom e artigiani locali, che si muovono tra le botteghe e una piazza con un cartello che indica "Via degli Zingari".

Il “Quartiere degli zingari” a Roma: il Rione Monti

Benedetto Coccia

L’articolo ripercorre la storica presenza degli zingari a Roma, focalizzandosi sul Rione Monti, tradizionalmente noto come “quartiere degli zingari”. Attraverso un’analisi delle fonti d’archivio, come i Libri Status Animarum, si evidenziano le tre fasi del rapporto con le autorità (accoglienza, repressione, assimilazione forzata) e il progressivo passaggio da una vita nomade ad una stanziale, concentrata nell’area del Rione Monti. Con il mutamento urbano seguito all’Unità d’Italia nel 1870, l’assetto sociale e territoriale cambiò radicalmente, influenzando anche la distribuzione e le attività degli zingari, che esercitavano mestieri artigianali e commerciali in quella zona.

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Una scena urbana a Roma con una famiglia Rom in primo piano: un uomo suona la chitarra, una donna accudisce un bambino, mentre bambini di diverse etnie giocano insieme con un solo pallone. Sullo sfondo, uno scorcio di Roma con architettura storica.

Qualche notazione storica sulla presenza degli zingari a Roma

Benedetto Coccia

Il saggio di Benedetto Coccia esplora la presenza storica del popolo rom a Roma, risalente al 1500. Analizza le tensioni e i pregiudizi che persistono ancora oggi, sottolineando l’importanza dell’accettazione della diversità e dell’integrazione culturale. L’autore esamina le ragioni storiche della concentrazione dei rom nello Stato della Chiesa e discute l’approccio di Roma nei confronti di queste popolazioni, visto sia come problema di ordine pubblico che come opportunità di conversione religiosa. Infine, propone una riflessione sul futuro dell’integrazione rispettosa della diversità.

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Roma, maestra di eternità

Benedetto Coccia

Le strade di Roma narrano oltre duemila anni di storia, dalle conquiste imperiali al legame con il cristianesimo. Con il prossimo Anno Giubilare, Roma accoglierà milioni di pellegrini e turisti, offrendo loro una lezione di eternità attraverso le sue targhe stradali e iscrizioni storiche.

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