venerdì, Aprile 19 2024

Albert è uno dei personaggi più noti del mio quartiere. E’ amato da tutti, ha lo sguardo dolce e il modo ingenuo di esprimersi come quelli di un bambino. Albert ha un’età imprecisata, secondo me intorno ai 38 anni; gli mancano una gamba e alcune dita di entrambe le mani. Il suo cranio deve essere stato sfondato da un trauma molto forte, infatti a volte sembra che abbia l’osso a vista.

Quando si esprime Albert è molto difficile capire quello che dice, sembra un personaggio dell’Ulisse di Joyce. Ad Albert piace tanto stare al centro dell’attenzione, a volte si improvvisa in canti e movimenti incredibilmente surreali, come ad esempio cantare Jingle Bells in pieno agosto, e in fondo non sai mai se lo faccia perché è fuori di testa, ma non importa tutti gli vogliono bene e lo aiutano come possono.

Ebbene, Albert io lo incontro ogni sera, quando rientro dall’ufficio e spesso il sabato in giro per il quartiere o davanti alla Pasticceria Monaco, dove è in grado di farsi offrire dieci cornetti di fila da dieci persone diverse, finché Pietro, il barman, non gli dice basta!

Dunque, qualche sera fa, era senz’altro un giovedì perché avevo con me la mia R6, che avevo usato per la diretta degli Aperiquiz, il gioco sui test che conduco ogni settimana, me lo sono trovato davanti.

Dopo essermi fermato a parlare un po’ del più e del meno, gli ho proposto qualche scatto. Avevo l’85mm, l’ottica ideale per il ritratto – almeno a mio modo di vedere – e la luce di quella sera mi pareva particolarmente emozionante. Imposto la macchina e scatto. Quattro o cinque foto, Non di più. Della serie quella che mi colpisce maggiormente è questa, in cui lo sguardo non va subito su Albert ma si ferma prima di tutto sulla ragazza sullo sfondo, messa nell’incrocio di due righe dei terzi e illuminata correttamente, insomma ha tutte le caratteristiche per essere lei il fulcro della scena. Eppure è sfocata. Quando l’occhio si accorge che la ragazza non è a fuoco, comincia a girare finché non trova la figura di quinta di Albert, in basso a sinistra, e comincia ad osservarlo. Lo sguardo, la protesi, la vaschetta per raccogliere le elemosine, la scarpa storta e floscia che sicuramente non accoglie il piede, il telefono in mano. Tutto diventa chiaro, la ragazza esce di scena e rimane Albert, con la sua tenera miseria, mai triste, che quando ti rivolgi a lui con un “Come va?” risponde sempre “tuto bene!” (sì, con una sola t), e ti mostra il suo magnifico sorriso sdentato.

Ecco, questo è Albert, un esempio per tutti noi.

 

Dettagli dello scatto:

  • Camera: Canon EOS R6
  • Impostazioni: 1/250 sec a f/3.5 ISO 3200
  • Obiettivo: Canon EF 85mm f/1.2L II USM
  • Data di scatto: 9 settembre 2021 ore 21.05
  • Foto di Gian Luca Pallai

 

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