lunedì, Ottobre 27 2025

Tra gli aspetti positivi della presenza romena in Veneto va menzionato il crescente protagonismo nel settore dell’imprenditoria. Nel 2020 i titolari di impresa nati in Romania sono 52mila in Italia, di cui la maggioranza nelle costruzioni. Negli anni più recenti l’imprenditoria romena ha trovato nuova linfa grazie alla progressiva apertura a nuovi ambiti di attività, trainata dal ruolo crescente delle donne. Anche il Veneto, con 4.405 imprese con titolare nato in Romania, rientra in questa linea generale di tendenza. Ancora una volta il numero maggiore si distribuisce all’interno della provincia di Verona (1.599).

In molti casi la cultura imprenditoriale è una sorta di rimessa sociale, rappresentando un modello di piccola e media impresa conosciuta anticipatamente dai romeni in patria grazie alle delocalizzazioni delle imprese del Triveneto e ai connessi investimenti produttivi. Insomma l’emigrazione verso l’Italia sarebbe stata involontariamente influenzata anche dallo scambio di contatti e informazioni con i piccoli e medi imprenditori veneti interessati ad acquisire le locali manifatture tessili e calzaturieri (anche al fine di procacciarsi la forza lavoro locale già competente e a basso costo), divenuti quindi nell’immaginario dei migranti un modello ripetibile di “self made man”, possibilmente in patria, ma eventualmente anche in Italia.

Nel 2020 il valore aggiunto generato dai lavoratori stranieri in Italia è stato pari a 146,7 miliardi di euro, cioè al 9,5% del PIL, e tenuto conto che i romeni in Italia rappresentano oggi il 20,8% della presenza straniera, è doveroso riconoscere ai lavoratori romeni di contribuire ogni anno ad almeno il 2% del PIL italiano.

Il valore economico del lavoro dei migranti romeni non è solo a vantaggio dell’Italia. Non va, infatti, sottovalutato l’apporto dell’impressionante flusso di denaro costituito dai risparmi che arrivano in Romania da parte degli immigrati romeni, giunti a superare l’ammontare stesso degli Investimenti Diretti Esteri (IDE). Nel 2020, secondo i dati della World Bank, il volume delle rimesse ufficiali inviate in patria dagli immigrati romeni ha raggiunto i 7,5 miliardi di dollari, pari al 3% del PIL. Questo volume è aumentato di oltre 10 volte nel corso degli ultimi 10 anni e, tuttavia, risulta ampiamente sottostimato poiché buona parte dei flussi passano attraverso canali informali, che non possono essere contabilizzati.

Nel 2020 dal Veneto sono partiti risparmi per 53 milioni di euro, con una media di 418 euro per ogni romeno residente in regione, praticamente un quarto di meno rispetto alla media nazionale (562 euro). La punta più bassa si registra nella provincia di Treviso (334 euro). Si tratta evidentemente di una dimensione in controtendenza che si spiega in ragione di un più maturo processo di integrazione che spinge i lavoratori romeni ad utilizzare i risparmi per stabilizzare la famiglia in Italia.

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