Le strade ci parlano, le strade di Roma raccontano la nostra storia. Durante i suoi oltre duemila e settecento anni di vita l’Urbe ha visto tra le sue vie sorgere e tramontare Imperi, Regni, Repubbliche e dittature, ha subito l’oltraggioso passaggio di barbari e conquistatori e ha assistito sorniona alla conquista da parte di arroganti condottieri stranieri, che si illudevano di poterla possedere con la forza. Ma, da quando gli Apostoli Pietro e Paolo giunsero a Roma, e non con la forza ma con la predicazione dell’amore e, soprattutto, con l’effusione del proprio sangue in nome della fede, la “conquistarono”, il legame tra il cristianesimo e Roma è rimasto nei secoli indissolubile. Di questo rapporto, che prosegue ininterrottamente da allora ancora oggi, Roma ci parla in tanti modi. Perfino con i nomi delle strade che quotidianamente e troppo distrattamente percorriamo ogni giorno, ricordandoci eventi storici, e fatti minori, protagonisti e anche personaggi considerati, oggi, di secondo piano o caduti definitivamente nell’oblio, rendendo ancora presenti usi e tradizioni scomparse da tempo dalla vita della città ma sopravvissute proprio grazie a quelle targhe stradali.
Il Prossimo Anno giubilare vedrà giungere a Roma decine di milioni di pellegrini, si sarebbe detto una volta, oggi diciamo più sobriamente di turisti.
Guidati dalla sacralità dell’evento arriveranno a Roma, cercheranno di incontrare il Papa, di ricevere l’agognata indulgenza in una delle Basiliche papali e ripartiranno, pochi giorni, forse poche ore nella Città eterna. E Roma, come sempre, li accoglierà, con la sua consueta bonarietà, perché nessuno è straniero a Roma. Nonostante le ferite che chi la governa Le ha inflitto, Roma, ancora una volta sarà accogliente e racconterà la sua e la nostra storia a viandanti distratti e presciolosi che percorreranno le sue strade senza prestare attenzione a quanto lei dice.
Quanto avrebbero da imparare alzando semplicemente lo sguardo e leggendo le tante iscrizioni che Roma ha sui suoi muri, a partire dalle targhe toponomastiche, quante storie potrebbero sentirsi raccontare e forse capirebbero la fatuità di quel loro correre e l’importanza di guardare realmente l’eterno, si perché Roma, tra l’altro, è maestra di eternità.












