venerdì, Aprile 19 2024

Il tema dell’integrazione non attiene solo ai principi umanitari o al “buonismo” che viene imputato a tutti coloro provino a fare un ragionamento sensato su questo argomento. È una questione che riguarda il futuro dell’Italia e dell’intero continente europeo, che riguarda proprio quella identità che qualcuno, rifiutando gli immigrati, vorrebbe difendere e che in realtà nega.

Quell’identità europea fondata sul riconoscimento e la difesa dei diritti fondamentali, sulla creazione, nei secoli, di quello stato sociale attento alle esigenze e alla tutela dei più deboli, sulla teorizzazione dello jus migrandi,  formalizzata dal teologo Francisco de Vitoria presso l’Università di Salamanca già nel 1539, sulla comune cultura nata, appunto, dall’incontro di culture diverse, dall’incontro tra la filosofia greca e la scienza giuridica e amministrativa romana, dall’integrazione tra giudaismo e cristianesimo e, più recentemente, dal dialogo tra le tre religioni monoteiste e, infine, sulla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Questa è l’identità che ha reso esemplare l’Europa nel mondo e questa l’identità che oggi è rinnegata da politiche e atteggiamenti di rifiuto ed emarginazione dell’altro. Il futuro, come il passato, dell’Europa è affidato alla capacità delle nostre società di integrare persone provenienti da culture e credo religiosi diversi, questa è la sfida che ci attende e non è certo abrogando alcuni articoli di qualche legge sull’immigrazione particolarmente odiosa che potremo affrontarla. Dobbiamo piuttosto svolgere una profonda azione di conversione culturale nelle nostre società e in noi stessi. Non è solo questione di cattive leggi perché queste, come abbiamo visto, spesso non sono altro che il riflesso di una cattiva società. Le migrazioni non sono un accidente temporaneo, sono uno degli elementi costitutivi del genere umano che sempre ha migrato e sempre migrerà.

Sorprende che proprio il popolo italiano, storicamente e attualmente popolo di emigranti (ad oggi siamo l’ottavo Paese al mondo per emigrazione), sia divenuto così poco pronto all’accoglienza e all’integrazione. Certamente il cammino per arrivare ad una piena integrazione degli immigrati sarà lungo e tortuoso, subirà delle battute d’arresto e troverà ostacoli d’ogni tipo ma resta l’unica strada, per quanto stretta e disagiata, per rimanere veramente fedeli alla nostra identità di esseri umani e di cittadini europei.

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