martedì, Luglio 15 2025

Un eccesso di informazioni a disposizione, nuove generazioni private dei rudimenti del vivere in una collettività da genitori sempre meno genitori e sempre più amici accondiscendenti, ecco che il ruolo della scuola appare chiamato a nuove e impegnative sfide.

L’aver perso il primato dell’informazione (alta, s’intende) assegna alla scuola un ruolo inedito: fornire ai ragazzi gli strumenti per discernere e valutare le fonti dalle quali attingere informazioni.

Ad esempio, cercando il termine “Olocausto” si trovano in rete un mare di informazioni.

I ragazzi sono in grado di distinguere l’attendibilità delle fonti?

Sanno distinguere, ad esempio, l’attendibilità delle informazioni ricevute dal sito dell’Enciclopedia Italiana da quelle di un sito negazionista? Ecco allora che la scuola, avendo perso il sostanziale monopolio della trasmissione di nozioni e contenuti a favore della rete, ha però il compito di aiutare i ragazzi ad orientarsi nella giungla di informazioni alle quali possono facilmente accedere e a soppesarne il peso e l’attendibilità. La scuola rimane, inoltre, il luogo dell’incontro, con gli altri, della conoscenza di persone nuove, sempre più spesso diverse da loro per provenienza, religione, lingua, cultura.

È il luogo dell’incontro con il diverso da loro e, se è vero che l’incontro con l’altro ci consente di conoscerci e di definirci, la scuola rappresenta la formidabile e irripetibile occasione di formare nuove generazioni meno provinciali e razziste della nostra. La scuola rimane il luogo nel quale si impara il rispetto per l’altro, per le altrui opinioni, nel quale si impara il rifiuto della violenza sia verbale che fisica, il rispetto per le istituzioni (la scuola rimane pur sempre la prima esperienza di “Stato” che i ragazzi fanno) e il luogo nel quale allenano la propria intelligenza a confrontarsi con materie talvolta ostiche o semplicemente non affini ai propri interessi che comunque richiedono di essere affrontate e studiate.

E, infine, la scuola è il luogo nel quale il ragazzo scopre la propria vocazione culturale o professionale, iniziando a individuare l’ambito di studi e professionale nel quale vorrà spendere la propria vita. Ma fin qui abbiamo trattato solo la prima sfida che attende la scuola e cioè quella di aver perso il primato dell’informazione, resta da analizzare la seconda: la sussistenza o meno del patto educativo con i genitori.

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