Competenza e rigore morale… questi sconosciuti. Una riflessione sulla nostra classe dirigente.
Siamo partiti dall’esortazione di Benedetto XVI ai giovani sardi “[Cristo] vi renda capaci di evangelizzare il mondo del lavoro, dell’economia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile”. (Benedetto XVI, Cagliari, 7 settembre 2008) per iniziare una riflessione sulla complessiva inadeguatezza della governance del nostro Paese. Se allora, quasi vent’anni fa, si fosse dato ascolto a questo appello creando delle serie e strutturate scuole di formazione politica, oggi non ci troveremmo con la classe dirigente che ci ritroviamo. Abbiamo avuto modo in altra sede di sottolineare come questa situazione di debolezza complessiva della governance non sia un fenomeno esclusivamente italiano ma riguardi anche la gran parte dei Paesi occidentali, ma questo non ci consola. Il Papa preliminarmente chiede ai giovani “di evangelizzare il mondo del lavoro, dell’economia, della politica”; con troppa facilità, in genere, si imputa, esclusivamente, alla classe politica la rovina del nostro Paese. I politici sono indubbiamente le figure più esposte e mediaticamente più presenti e visibili, ma, ci dice il Papa, non sono solo loro il problema perché l’inadeguatezza della classe dirigente del nostro Paese è complessiva e riguarda tutti gli ambiti del vivere sociale. Benedetto XVI nel suo appello indica con chiarezza gli elementi che dovrebbero caratterizzare “la nuova generazione di laici cristiani impegnati”, sottintendendo, evidentemente, che questi elementi sono assenti dall’attuale scenario. E dunque auspica la crescita “di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di creare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile”. Competenza e rigore morale, attualmente non pervenute…
La competenza. Quante volte abbiamo l’impressione di ascoltare in interviste o dibattiti pubblici, quelli televisivi sono i migliori, persone che appare evidente non sappiano assolutamente niente di ciò di cui parlano? Come si può, incalzati da una domanda, proporre la soluzione ad un problema magari annoso, con una risposta di un minuto? Quanta ignoranza occorre per proporre soluzioni facili a problemi che da anni si cerca di risolvere? Ricordo in una campagna elettorale per le elezioni del Sindaco di Roma, una candidata dichiarare che aveva la ricetta per risolvere in tre mesi il problema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti nella capitale…
Il rigore morale. Di questo è difficile persino parlare. Non perché la nostra sia una classe dirigente di debosciati, ma in quanto oggi appare perfino difficile immaginare che esista una morale (laica) e che i rappresentanti, a tutti i livelli, dei cittadini, debbano in questa essere esemplari.