sabato, Aprile 27 2024

Come fotografo, ogni volto che incrocio ha una storia da raccontare, ma quello di Iris Mulas quella sera alla Festa del Cinema era una narrativa scritta nelle stelle. Era il 14 ottobre, e la mia macchina fotografica era la mia penna, pronta a trascrivere la poesia di quel momento attraverso l’obiettivo. “Incorniciata dai riflessi vibranti della serata cinematografica, una presenza affascinante cattura lo sguardo: un sorriso che racconta storie, uno sguardo che risplende come le stelle sul grande schermo.”

Mentre i riflettori danzavano e il fruscio degli abiti di gala riempiva l’aria, c’era Iris, un’isola di calma nella tempesta scintillante di celebrità e flash. Il mio compito era catturare l’essenza di quella serata, ma nei suoi occhi blu ho trovato un universo intero da esplorare. In quel sorriso socchiuso c’erano capitoli di speranze e sogni, il genere di trama che ti avvince senza bisogno di parole.

I metadati della macchina fotografica? Erano semplicemente i confini tecnici di una tela più grande: un’apertura di f/2.2 per catturare ogni sfumatura di luce nel suo viso, una velocità dell’otturatore di 1/200 per congelare il momento, un ISO di 320 per abbracciare la luminosità del suo sorriso. La lunghezza focale di 85mm era perfetta per ritrarre la delicatezza del suo profilo senza distrazione alcuna.

Quando ho scattato la foto, il tempo sembrava rallentare. Iris si girò leggermente verso di me, e in quel frammento di secondo, la sua essenza era chiara nel mio mirino. Era come se in quel breve istante, fossi riuscito a catturare non solo una persona, ma la stessa essenza della festa, l’incanto e la magia che solo il cinema può creare.

Quella fotografia di Iris è diventata più di un semplice ritratto; è un simbolo di ciò che la Festa del Cinema rappresenta: la celebrazione dell’arte, della bellezza e delle infinite storie che attendono di essere raccontate. E ogni volta che guardo quella foto, mi sento trasportato di nuovo in quella serata, dove ogni sorriso ha una storia e ogni sguardo è un invito a sognare.

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