mercoledì, Maggio 1 2024

In quel mattino di gennaio, il mondo si era trasformato in un santuario di silenzio, avvolto da un manto di neve che ammorbidiva ogni suono. Mi chiamo Gabriele, e questa fotografia è uno dei miei tesori più preziosi, un momento di pura tranquillità che ho cercato di catturare attraverso l’obiettivo della mia macchina fotografica.

Ero partito all’alba, con l’intenzione di trovare la pace che solo una nevicata sa regalare. Camminando tra gli alberi addormentati dall’inverno, sentivo sotto i miei passi il morbido cedere della neve fresca. Davanti a me, alberi maestosi si innalzavano come guardiani silenziosi di un regno incantato, i loro rami pesanti per il peso della neve.

Ho montato la mia fotocamera su un treppiede già freddo al tatto, regolando le impostazioni per catturare ogni dettaglio di quella scena surreale. I metadati della foto parlano di un diaframma chiuso a f/16 per ottenere la massima profondità di campo, una velocità dell’otturatore di 1/250 per fermare la caduta morbida dei fiocchi di neve, e un ISO di 100 per assicurare che l’immagine rimanesse pulita e priva di rumore digitale. La lunghezza focale era di 50mm, perfetta per mantenere la prospettiva naturale di quella visione.

Mentre scattavo, il mondo sembrava rallentare. La neve continuava a cadere in una danza lenta, e io ero lì, testimone di un silenzio così profondo da poter quasi sentire il mio cuore battere all’unisono con la quiete della natura.

Questa fotografia è più di un’immagine per me: è un ricordo vivido, un momento in cui il tempo sembrava sospeso e la solitudine non era vuoto, ma pienezza. È una rappresentazione visiva del respiro dell’inverno, del suo potere di purificazione e di rinnovamento.

Ogni volta che guardo questa foto, torno con la mente a quel giorno. Sento il freddo pungente sulle guance e il calore del respiro che si condensa in piccole nuvole davanti ai miei occhi. Spero che chi osserva questa immagine possa sentirsi trasportato in quel luogo di pace, e possa ascoltare, anche solo per un attimo, il silenzio innevato che io ho avuto il privilegio di vivere.

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