Mi trovo in una stanza dai toni neutri, tra banchi e progetti disposti con cura, testimone di un momento che segnerà il coronamento di anni di dedizione: la laurea in Architettura del mio amico Gabriele Pesce. Tra l’emozione e l’orgoglio, osservo la commissione mentre ascolta attentamente la sua presentazione. Gabriele, con una sicurezza che solo la passione e l’impegno possono forgiare, espone il frutto del suo lavoro, che gli varrà un encomiabile 110 e lode con la dignità di pubblicazione.
La camera Canon EOS R6 Mark II è nelle mie mani, quasi un’estensione del mio essere in quel momento così cruciale. Regolo l’ISO a 2500, sufficientemente alto per la luce interna dell’aula senza compromettere la qualità dell’immagine. L’obiettivo 24-105 f4 L IS II è impostato a 42mm, una distanza focale che mi permette di catturare non solo Gabriele, ma anche l’interazione con i professori, creando un quadro completo dell’atmosfera circostante. Con un’apertura di f/4 e un tempo di esposizione di 1/80 di secondo, ogni dettaglio viene immortalato con precisione, dalla tensione sul volto degli esaminatori all’attenta postura di Gabriele.
Non è solo una discussione di tesi, ma un rito di passaggio, un ponte tra il mondo accademico e il professionismo che attende Gabriele oltre le mura dell’università. Le sue parole, supportate da immagini e grafici che danzano sullo schermo alle sue spalle, sono una melodia di tecnicismi e visioni, di problemi architettonici risolti con ingegno e creatività.
Scattando foto, cerco di catturare l’essenza di quest’esperienza: il picco di un viaggio educativo, l’inizio di una carriera promettente. Ogni click della mia fotocamera è un battito di cuore, un segno di rispetto e ammirazione per il lavoro di Gabriele. Sono consapevole che queste immagini diventeranno parte della sua storia, ricordi tangibili di successo e riconoscimento.
Mentre la presentazione si conclude e la commissione si ritira per deliberare, l’attesa nel corridoio è palpabile. Amici, familiari e colleghi sussurrano parole di incoraggiamento e speranza. E poi, l’annuncio: Gabriele è ufficialmente un architetto. Applausi scroscianti riempiono la stanza, e l’emozione è così forte che quasi mi dimentico di essere lì per documentare. Quasi. La mia fotocamera, tuttavia, non smette di catturare sorrisi, abbracci, lacrime di gioia.
Questo è più di un semplice articolo, è il racconto di una giornata indimenticabile, dove la perseveranza ha dato i suoi frutti, e un amico ha attraversato la soglia che separa il sogno dalla realtà. E io, attraverso l’obiettivo, ho avuto il privilegio di immortalare ogni istante.