lunedì, Aprile 29 2024

C’era un silenzio quasi tangibile nel mio studio mentre preparavo la sessione di fotografia beauty. Di fronte a me, la modella, con un’espressione tranquilla e pensierosa, aspettava pazientemente che iniziassi. Con la mia Canon EOS 1DX in mano e il fidato obiettivo 85mm f/1.2L USM, ero pronto a immergermi nell’arte del ritratto.

Ho regolato l’ISO a 100 per assicurare la massima qualità dell’immagine, evitando ogni grano che avrebbe potuto distogliere l’attenzione dai dettagli sottili del soggetto. Con un’apertura di f/13, ogni particolare del viso della modella era nitido, dalla piega delle palpebre alla curva delle labbra. Il tempo di esposizione di 1/160 secondi era la scelta perfetta per congelare l’espressione momentanea, catturando un’immagine chiara e definita.

La luce era il mio pennello, il mezzo con cui avrei potuto esaltare ogni tratto, ogni ombra, ogni linea. L’illuminazione doveva essere precisa: né troppo forte da appiattire i tratti, né troppo debole da nascondere i dettagli. Ho usato una combinazione di luci soffuse e riflettenti per creare un bilanciamento che potesse valorizzare la naturale bellezza senza sovrastarla.

La sessione procedeva con calma, ogni click della fotocamera era seguito da un attento esame dell’immagine catturata. Cercavo di trasmettere non solo l’aspetto esteriore, ma anche l’atmosfera che circondava la modella. Volevo che lo scatto parlasse, che raccontasse una storia silenziosa che potesse risuonare con chiunque lo vedesse.

Mentre lavoravo, mi concentrai sull’espressione della modella, cercando di cogliere quel particolare sguardo o quel lieve sorriso che avrebbe potuto dare profondità al ritratto. Era un processo lento e metodico, dove ogni piccolo aggiustamento della luce, della posa, dello sfondo, contribuiva a creare l’immagine finale.

Alla fine della sessione, guardando le foto sullo schermo, sentivo una sorta di soddisfazione. Avevo catturato non solo la bellezza fisica, ma anche un momento di quiete, un attimo sospeso nel tempo. Questo ritratto beauty non era più soltanto un’esercitazione di tecnica fotografica; era diventato una celebrazione della personalità unica della modella, una narrazione visiva che aveva preso vita proprio davanti al mio obiettivo.

Ogni volta che riguardo quella fotografia, ricordo la tranquillità di quel giorno in studio, il suono morbido del click della fotocamera, il respiro controllato della modella, e la luce che illuminava delicatamente il suo viso. È un ricordo che va oltre l’immagine stessa, un ricordo di una giornata trascorsa a fare ciò che amo, a creare arte dalla realtà quotidiana.

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