domenica, Aprile 28 2024

Era la notte di Pasqua del 2019, un momento intriso di spiritualità e rinnovamento. La piazza della chiesa risplendeva di candele, ognuna tenuta con devozione nelle mani dei fedeli che si erano riuniti per la suggestiva celebrazione. La mia Canon EOS 6D appoggiata all’occhio, ero pronto a catturare l’atmosfera unica di quel momento.

Il 35 mm era il mio compagno ideale per immortalare l’ampia scena, consentendomi di abbracciare ogni dettaglio della folla. Il diaframma aperto a f/2.0 era la scelta perfetta per mettere in risalto la luce delle candele, mentre il tempo di esposizione di 1/125 sec avrebbe catturato il calore delle fiamme danzanti nel buio della notte.

I volti dei fedeli erano illuminati solo dalle candele, dando vita a una sinfonia di espressioni: la devozione negli occhi, la pace nei sorrisi, e la spiritualità che permeava l’aria. La folla si stringeva attorno al centro della piazza, circondata dalla penombra che accentuava l’effetto delle candele che si elevavano come stelle luminose.

La notte era silenziosa, interrotta solo da suoni sommessi di preghiere e canti. La luce delle candele disegnava ombre danzanti sulle pietre antiche della piazza, creando un’atmosfera surreale. Mentre scattavo, potevo percepire il calore delle fiamme, quasi sentire la serenità che si diffondeva tra la folla, unita nella comunione di un momento così sacro.

Mi muovevo tra la gente con discrezione, cercando angolazioni che potessero catturare la varietà di espressioni e gesti di fede. Ogni fotogramma raccontava una storia diversa, un frammento di quel rituale collettivo che trasmetteva una profonda connessione spirituale.

Il buio della notte, al contrario, non era un ostacolo ma un alleato. Le candele brillavano con intensità, rendendo ogni viso, ogni gesto, un piccolo punto di luce nel buio. La profondità di campo del mio obiettivo consentiva di enfatizzare la luminosità delle candele mentre sfumava delicatamente i dettagli dell’oscurità circostante.

La folla, solitamente turbata dalla frenesia quotidiana, era in uno stato di calma e riflessione. La mia Canon immortalava quella metamorfosi, cogliendo la magia di un momento dove la fede diventava palpabile nell’aria. Le candele, tenute con gratitudine, erano il simbolo di una speranza rinata, di una luce che prevale sulle tenebre.

Quando la celebrazione si concluse, e la folla si disperse lentamente, mi ritrovai a guardare lo schermo della mia fotocamera con un sorriso soddisfatto. Avevo catturato la magia di quella notte di Pasqua, trasformando un rituale religioso in un’opera d’arte visiva. Con quella foto, avrei portato con me il ricordo di un momento di comunione, unione e luce che, nella quiete della notte, aveva risvegliato la fede nei cuori dei fedeli.

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